La scorsa settimana si è tenuta a Milano una bella iniziativa: “VestiMIcon gusto”.
Ve ne parlo per due motivi: uno,
il principale, è che l’evento è stato interamente ideato ed organizzato dagli
studenti del corso di Turismo Culturale e Sviluppo del Territorio – Laurea
magistrale in Economia e Gestione dei Beni Culturali e dello Spettacolo dell’
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Non conosco nessuno di loro
personalmente, ma le mail che ho ricevuto trasudavano a ogni pixel entusiasmo e
buona volontà. Ed erano senza dubbio meglio scritte di altre che ricevo da
pseudo PR professioniste.
Ma ve ne parlo anche perché trovo
che il tema portante dell’evento sia davvero interessante: un approccio più consapevole
verso se stessi e l’ambiente, pensando a Milano come una cornice ideale non
solo in vista dell’EXPO ma anche per tutto quello che può offrire. Mi è
piaciuto molto anche il punto di vista scelto per parlare di moda: per la
sfilata che ha avuto luogo dopo il dibattito si sono volutamente allontanati
dai lustrini e dai grandissimi nomi scegliendo nuove firme che trovano nel
riciclo e nell’uso creativo la loro cifra stilistica (no, giuro, questa frase
non c’era nella cartella stampa. Sto pericolosamente diventando profesciònal).
Non potendo essere presente ho
curiosato on line tra le varie proposte innamorandomi di alcuni brand/progetti
perdutamente: Knitlab, con tutti i suoi tutorial sul lavoro a maglia, che
forse riuscirà finalmente a farmi andare oltre alle esercitazioni
dritto/rovescio, i gioielli di Giovanni Scafuro e le collezioni di Altriluoghi stampate con colori a base di verdure e spezie.
Mi sembra siano stati scelti con intelligenza e coerenza: sono l’esempio di un binomio- Milano e Moda- che per me non smetterà mai di esistere ma che non può “sedersi sugli allori” e che invece deve trovare il modo di uscire fuori dagli schemi noti e rovescarie e stravolgere gli stereotipoi che gli sono stati cuciti addosso- a volte con ragione a volte meno.
A voi piacciono i brand proposti?
Invidiate un po’- come me- chi ha la fortuna di fare progetti di fine corso
così interessanti? Credete che Milano e l'italia riusciranno mai a slegarsi da certi stereotipi?
Vi lascio con un video sui nostri "luoghi comuni", a riprova di come si possano scardinare, senza negarli...
La maglia non credo che riuscirò mai ad impararla... Finora mi sono limitata ai ricami ma è da una vita che non "esercito"... Pensa che l'altro giorno mentre attaccavo un bottone mi è tornata voglia di prendere in mano l'ago... Questa iniziativa sembra interessante, a dire la verità anche tutto Expò non mi sembra male, sono tentata di andarci per qualche giorno quest'estate...
RispondiEliminaP.S. Ti avrei taggata per un tag vecchissimo, non so se hai già risposto, in caso fa niente :-)
Passo a recuperare il tag... per l'iniziativa invece: io l'ho trovata davvero interessante. Peccato essere così lontana...
EliminaTanta stima per progetti come questo e per chi ci sta dietro!!
RispondiEliminaIo ho davvero un po' di sana invidia per chi ha la possibilità di fare esperienze del genere in un contesto "protetto" :)
EliminaRealizzare questo tipo di progetti richiede senza dubbio una grande dedizione, tanti complimenti ai chi ci si è dedicato. Il progetto Knitlab mi piace un sacco!! :D
RispondiEliminaVero che è molto bello? A me piace come hanno "svecchiato" l'idea del lavoro a maglia!
EliminaEh, belle domande! L'idea dei progetti di fine corso mi è sempre piaciuta: rende lo studio molto più "reale"!
RispondiEliminaAi miei tempi (sob sigh) queste cose erano rarissime..peccato perchè credano siano una bellissima possibilità...
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