, ,

Scusate il disturbo

aprile 03, 2013
Il film di cui vi parlo oggi l'ho visto ieri sera per puro caso. E' arrivato alla fine di una giornata bella e piena di novità positive ed io ero di ottimo umore. Ma quando sono andata a letto, del buonumore non ce n' era traccia. Perchè questo film disturba, e molto. Non c'è aspetto della sua storia che non sia fastidioso e doloroso. Non c'è scampo e non c'è nemmeno espiazione. 

Se siete di quelle che vogliono il lieto fine e che preferiscono ignorare certe cose, semplicemente, non andate oltre.




The Whistleblower è basato su una storia vera. Alcuni nomi, per ovvi motivi, sono stati modificati. Ma è davvero facile riconoscere tutto e tutti. 



Quando Kathryn Bolkovac accettò il suo incarico in Bosnia credeva di poter fare il suo lavoro di poliziotta e guadagnare rapidamente i soldi di cui aveva bisogno per far fronte al divorzio. 

Nessuno si aspettava che la Bosnia del 2002 fosse un paese facile, nemmeno lei. Ma quello che incontrò, forse, non era prevedibile: una fitta rete di traffico di donne, usate come prostitute nei casi migliori e come schiave in molti altri. Una rete di cui facevano parte integrante e sostanziale quelle "forze di pace" dei contractors, oltre che la locale polizia corrotta.

Inutile dire che non fu aiutata nelle sue indagini, che perse il lavoro e che la sua denuncia fu insabbiata. Non trovò alcun aiuto, se non singoli casi di umana sensibilità, nelle istituzioni: per cattiva fede e coinvolgimento, o per semplice- e dolorosissima- impossibilità nell'aiutare (la scena in cui una delle ragazze viene "restituita" alla corrotta polizia locale e quindi al suo destino di schiava perchè priva di documenti mette in perfetta evidenza il contrasto tra quello che umanamente si farebbe con quello che le istituzioni sono dolorosamente obbligate a fare). 

Solo rivolgendosi alla BBC, è riuscita a fare un po' di luce sugli avvenimenti. Un po' di luce, ma nessuna giustizia. 

Ad oggi, nessuno di quegli uomini è stato mai nemmeno indagato, godendo dell'immunità (hanno imparato qual è il crimine giusto per non passare per criminali) e l'utilizzo dei cosidetti "contractors" è ancora largamente diffuso. 

Non c'è aspetto di questa storia che non mi abbia disturbato. Mi disturba la consapevolezza che potrebbe succedere a me, se solo fossi nata in un altro paese o se qui, domani, scopiasse una guerra. Mi disturba il pensiero di questi uomini, che saranno fratelli e padri e soprattutto figli di qualcuna, che usano persone come oggetti. Disturba il pensiero che in alcuni posti del mondo le autorità che dovrebbero difenderci siano nemici da cui tenersi lontani. Disturba, ancora, l'omertà e il silenzio, la mafiosa silenziosa connivenza.

Mi ha disturbata sentire Mister Hermoso, quando stamattina ancora avevo il muso, ricordarmi che non c'è bisogno di andare lontano per conoscere donne che hanno vissuto una realtà simile. Che ce ne sono ovunque, ma tendiamo a dimenticare.

Anche qui, nelle nostre cittá. Oggi. Ora.

Ma è un disturbo "buono": a dispetto del titolo del post non intendo scusarmi per avervelo raccontato. 

(scusate, ogni tanto mi parte la vena retorica)

2 commenti

  1. Interessante.. anche secondo me è un disturbo "buono", nel senso che certi film nudi e crudi dovrebbero far riflettere, colpire nel profondo e aprire un po' i nostri occhi (che in alcuni individui sono ricoperti da strati di prosciutto).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo. Purtroppo è un tema così spinoso e che stravolge le basi stesse del nostro crederci civili ed è difficilissimo da trattare...

      Elimina

Instagram