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Diario di una (a) dieta #8

maggio 20, 2020
Ci eravamo lasciate qui. Nel frattempo, letteralmente, è cambiato tutto il mondo. Giusto l'anno in cui stavo andando in palestra con enorme costanza (no, non è questa la causa del Coronavirus. Credo). 

Così mi sono ritrovata in casa, nel mezzo di una pandemia. I presupposti per rinunciare c'erano tutti. Invece. 

Invece non mi è passato nemmeno per la testa di lasciar perdere. Restare sul divano a mangiare la qualunque non è stata un'opzione. Insomma quella cosa del "set mentale", del "cercare un modo se vuoi e una scusa se non vuoi". E' vera, porca paletta.  



  
E quindi? Quindi ho ripreso un allenamento che anni fa avevo molto amato, il 21 Days Fix di Autumn Calabrese. Solo per scoprire, con soddisfazione e stupore, di essere così allenata da poter e dover passare alla versione Extreme

Beata ingenuità, credevo che sarei tornata in palestra prima di finire l'intero programma... sono al terzo ciclo. Vabbè.   

Però era pur sempre questo periodo folle. E non mi sono negata nulla: vino e cioccolata, arachidi e prosecco, birra e patatine fritte. Miele - o olio- sul pane appena sfornato. Ma i jeans che non mi entravano da anni mi andavano, anche larghi. E il pigiama cadeva. Mentre la bilancia era ostinatamente ferma. Non capivo. 




Allora ho aperto la scatola del "per quando dimagrisco". Non importa quanta poca autostima tu abbia, quanto dismorfofobica tu sia: i vestiti sono affidabili. Loro, non possono mentire. Ti entrano o no. La zip sale o si blocca. Punto.

Ho iniziato con gli abiti che mi andavano strettini: chiudevano. Sono passata a quelli stretti stretti: zip salita su. Allora ho azzardato gli strettissimi, quelli che mettevo quando ero magra magrissima (sì, c'è stato quel periodo): mi entravano. 

A questo punto, ho preso lui. Il mio sacro graal degli abiti: un vestitino anni 50 che amo tantissimo. Era fisicamente impossibile che mi entrasse: pesavo 10 kg in meno quando lo indossavo. Volevo giusto vedere di quanto la zip restasse aperta. E niente. Chiude.  




Ripetiamo assieme: questo vestito l'ho comprato 10 kg fa (o più). A distanza di quasi 18 anni, mi entra- e ci respiro dentro. 

Oltre ogni mio scetticismo, oltre ogni mia incredulità devo quindi riconoscere come vera quella raccomandazione di non badare al peso. Io che a quelle foto un po' becere con l'immagine del kg di grasso e il kg di muscolo non ho mai creduto e che ho sempre sostenuto che quei prima e dopo mirabolanti siano solo merito di Photoshop. 






Ecco, niente. Sono veri. Oddio, un sacco di truffe ci sono eh. Ma è largamente possibile. E ci sono riuscita io, che sono una via di mezzo tra una patata lessa e una mozzarella e nel mezzo di una pandemia. 

Ci vuole "solo" un'enorme costanza e determinazione. Senza isterie e fanatismi. Ci voglio i giorni di riposo e le patatine fritte. Ma ci vogliono anche i giorni in cui spingi il limite un passo più avanti e aumenti i pesi. Avete presente la cieca fiducia con la quale ogni giorno pensate di riuscire ad ottenere due linee di eye liner perfettamente uguali? Ecco, avete bisogno di quella. Magari oggi non ci riuscite. Ma non smettete di provare. 

Perchè si può fare. 


(scusate, lo so che la uso spesso. Ma la amo troppo)  



2 commenti

  1. Finisce così o c'è un errore?
    Leggo solo la frase iniziale :D

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    1. Argh. Blogger fa capricci più del solito e mi pubblica le bozze e mi mette i finiti come già pubblicati. Aiuto. (grazie della segnalazione!!!)

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