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Cattivi maestri per buone lezioni

marzo 26, 2014
Io l' Educazione Siberiana l'ho visto solo perchè voleva vederlo Mister Hermoso: di una storia di criminali e violenza non sapevo proprio che farmene.


Quindi, quando il film è iniziato lo guardavo distrattamente, mentre giocavo a Pet Rescue. Man a mano però ha attirato la mia attenzione, fino ad assorbirmi del tutto. Mi è piaciuto ed ho appena preso il libro da cui è tratto, curiosa di scoprire se Salavatores lo ha saputo migliorare o mortificare.

La storia è quella di due criminali e della loro rigida educazione. Ed è a suo modo delicata e piena di momenti coinvolgenti. Per alcuni aspetti mi ha ricordato Romanzo Criminale. Anche quel libro - e quel film- infatti mi sono piaciuti: e anche lì c'è il racconto di un gruppo di deliquenti e dei loro presupposti distorti valori morali. 

C'è, ed è un dato oggettivo, qualcosa di affascinante nelle figure dei cattivi. Più affascinante di un cattivo, a mio parere, c'è solo un buono che è stato cattivo (vedi Shantarm).       

MA

Ma io ho un grande dubbio che non sono riuscita a risolvere, quando si parla di storie così: sono un bene o no?

Se da un lato l'umanizzazione del cattivo, il conoscere e provare a capire certi meccanismi mentali può aiutarci a ricordare che in qualche modo sono essere umani anche loro, dall'altro mi ritrovo spesso a pensare che criminali "brave persone" non possono esistere e che questo modo di raccontare un certo mondo è mistificatorio e dannoso, perchè crea un modello. 

In tutti i romanzi e film che ho visto questo mondo è descritto fin troppo bene: manca la miseria, morale e fisica, manca la disperazione, manca quella brutale ignoranza, manca lo squallore. Tutto risulta troppo patinato, per quanto si sia provato a "sporcarlo". Però allo stesso tempo mi rendo perfettamente conto che considerarli privi di dignità o sentimenti vorrebbe dire rinunciare alla possibilità di recupero e cambiamento nella quale credo fermamente.

Ovviamente, non ho risposte. 

Ma quando guardo questo video, una parte di me è tremendamente affascinata e un'altra mi ripete che non è da un boss di quartiere che dovrei accettare lezioni-che pure in parte condivido- sulla dignità.

4 commenti

  1. Io seguivo la serie di Romanzo criminale ,"immedesimarsi" nei cattivi conosciuti più a fondo mi era inevitabile..in effetti concordo sul tuo ma :)

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    1. Il libro, da quel poco che ho letto fin'ora, è ancora più apologetico...mi auguro cambi più avanti ;)

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  2. Mi trovi d'accordo. Ho letto il libro e visto il film (che stranamente ho preferito al romanzo, che ho trovato troppo didascalico) e ho avuto lo stesso pensiero. Del resto l'anti-eroe è un personaggio che ha affascinato l'arte da sempre (vedi Medea, Teseo, Agamennone e via dicendo, solo per avvalersi dei miti tragici); bisogna saper guardare con occhio critico e discernere il male assoluto dal bene nel male.

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    1. Io sono oltre le 100 pagine del libro e mi chiedo ancora quando inzierà la storia e finiranno le lezioncine sui simboli dei criminali.....

      Vero che l'antieroe affascina da sempre ma a me sembra che i grandi tragici, per restare al tuo esempio, pur disegnando personaggi titanici e incredibilmente affascinanti non perdevano mai di vista la distinzione tra bene e male. Medea è gigantesca e tremendamente affascinante, ma non smetti mai nemmeno per un secondo di essere consapevole del suo orrore... (spero di essermi riuscita a spiegare)

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