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Tutto quello che ho imparato sui tatuaggi, tatuandomi. #afterink 2 (la vendetta)

settembre 19, 2016
Vi ho raccontato quello che ho imparato sui tatuaggi, parlandovi del prima, del durante e del dopo (qui qui e qui). L'ho fatto perché  anche se mi ero preparata tanto, studiando, leggendo e documentandomi ma alla fine alcune cose le ho scoperte solo vivendole. 

Come per esempio che, fatto un tattoo, nel 99% dei casi ne vorrete ancora.  





O come il fatto che alla vigilia del mio terzo tattoo *ammicca felice* sono certa che il racconto che voglio scrivere su di me, voglio che sia scritto da sole donne. 

O ancora quello di cui parliamo oggi, che è un aspetto di questo mondo a cui non avevo mai pensato: come il resto del mondo si relaziona al mio essere tatuata. 

Quando ho deciso di tatuarmi e durante tutto il processo io ho pensato solo e soltanto a me. A che disegno volevo, a dove posizionarlo, a se avrei sentito dolore e a come curarlo dopo. Il giudizio/parere dell'esterno è un elemento che, semplicemente, non ho minimamente preso in considerazione.   

E' stato solo dopo che mi sono resa conto che invece il mio tatuaggio è qualcosa su cui molti, moltissimi -diciamo pure troppi?- si sentono in diritto di commentare o discutere. Anche emeriti sconosciuti. O il tuo capo a lavoro (ma nessuno mi ha chiesto di coprire nulla).

Non vi sto parlando di chi vi ferma per chiedervi dove avete fatto quel capolavoro. Vi sto parlando di chi vi chiede cosa sia e cosa significa. Ogni santa volta l'ho trovato di un'invadenza e maleducazione fastidiosissima. Al prossimo che mi chiede le coordinate che ho sul piede a cosa corrispondono sto seriamente meditando di dire "a quel paese".  

Di fatto mi pare che le tipologie di reazioni esterne si possano ridurre a tre grandi categorie.

I "oddiomiochehaifatto"

La condanna e lo sconcerto. Mi hanno detto in molti che mi sono "rovinata" e che "poi quando vorrò toglierli sarà complicato". Ho risposto a tutti che anche le rughe mi rovinano ma sono segni del tempo che amo. E questi tatuaggi sono la stessa cosa: ho segnato sulla mia pelle qualcosa che amo. E non vedo perché dovrei non volerli più. 






Volevo aggiungere che anche un matrimonio, quando vuoi toglierlo, è complicato e che questo non impedisce al mondo di continuare a sposarsi ma ho taciuto. Soprattutto perché non trovo utile discutere con persone così poco interessanti eh, non per amor di pace.


I "saiancheiovorreifarloma"  

Se non ti stigmatizzano, si sentono invece in dovere di spiegarti per quale motivo loro non siano tatuati. Alcuni,  letteralmente, si giustificano. Come se il tatuaggio fosse una prova di iniziazione - lo era, ma non lo è più, e di certo non lo è per me- a cui si siano sottratti e stiano cercando di dimostrarti che sono comunque persone meritevoli. 

Il buffo è che tutto questo succede solo nella loro testa. Io non mi sento migliore/peggiore di nessuno dopo essermi tatuata. Mi sento un po' più me stessa, questo sì. Ma non è detto che quello che per me hanno fatto quei tatuaggi valga per tutti. Mi piace sempre ascoltare le storie degli altri ma davvero, tatuarsi non comporta alcuna colpa e nemmeno merito. E secondo  me chi si tatua lo sa. 





Gli "impiccionimaleducatisenzalimiti"

Qui ci trovate anche alcuni "oddiomiochehaifatto" e qualche "saiancheiovorreifarloma", assieme al 99% del resto della popolazione mondiale. Sono tutti quelli che vi chiedono, dai vostri amici ai totali sconosciuti, cosa significa il vostro tatuaggio. Sono la fazione più grande e, fortunata me, quelli che mi irritano di più. 

Ogni volta, vi assicuro, mi sento letteralmente invasa. Trovo questa domanda una violenta intrusione nella mia vita. Non che abbia morbosi segreti dietro i miei tattoo, ma non ho nemmeno alcun  motivo per voler condividere con chiunque la loro storia

Se mai volessi raccontarvi cosa significano, lo farei. Altrimenti, accontentatevi della mia vaga risposta e ringraziate ritirandovi in buon ordine. Perché chiedere sarà anche lecito ma rispondere è cortesia. E io - che odio essere toccata il braccio quando mi si parla, per dire- non sono certa di voler essere cortese quando invadete il mio spazio così: il fatto che il mio tatuaggio sia a vista non implica che debba voler parlare con voi del suo significato né vi autorizza a specularci su. E nemmeno attorno, al fianco o sotto. 

Voi che vedete il mio tatuaggio e ne siete incuriositi, rassegnatevi: ci sono cose di me che non potrete conoscere anche se sono sotto il vostro naso. 

Il mio tattoo è solo il segno grafico di questa verità.




  

Ecco. Sfogone/pippotto finale a parte, ditemi: avete riconosciuto anche voi le categorie? Ve ne vengono in mente altre? Avete altri suggerimenti di autodifesa??

10 commenti

  1. Esponenti della seconda categoria non ne ho mai incontrati, fortunatamente pochi della prima e una vagonata dell'ultima.
    Al di là di questi bizzarri personaggi che ci circondano, vorrei soffermarmi sulla frase "Mi sento un po' più me stessa". Ecco, è esattamente così anche per me. Dentro di me ci sono così tanti sentimenti, emozioni e passioni che devo necessariamente trovare un modo per farli fuoriuscire ed essere sempre più me stessa.

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    1. <3 <3 Io sono assolutamente incantata dall'idea di raccontare una storia con la mia pelle...

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  2. A me capita tante volte al ristorante che clienti abbiano reazioni che mi lasciano un po' perplessa e lì è difficile, non posso essere troppo brutale ecco.
    In generale devo dire che non mi dà fastidio che mi si chieda il significato se me lo si chiede nel modo giusto, non so se mi spiego.
    I commenti negativi prima mi davano fastidio, ora cerco modi sempre nuovi per rispondere e spiazzarli. ("Una bella ragazza come te, che peccato" "A breve ne faccio uno in faccia signora")
    Diciamo che in generale posso capire di più i commenti delle persone anziane, non li giustifico ma neanche me la prendo troppo.
    Una sera un ragazzo vestito super preciso giacca cravatta ecc mi ha visto Ganesha e mi ha fatto mille domande per poi tirar su la camicia e farmi vedere che ne aveva uno enorme nella mia stessa posizione:P

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    1. Ma che belli sono i tatuati insospettabili? Quelli che non lo diresti mai??? Io li ADORO!

      Al lavoro nemmeno io posso essere troppo brutale, ovviamente. Ma la risposta del tatuaggio in faccia la metto assieme a quella delle coordinate per quel paese, mi piace!

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  3. Mmmmh, mi hai fatto rendere conto che anch'io ho alcuni atteggiamenti che possono non piacere, soprattutto l'ultimo :s.
    Non ho mai pensato potesse dare fastidio -cosi' tanto, anche-, chiedere il significato. Forse proprio per il fatto che, come dici, essendo esposto, si puo' credere che il parlarne non possa che far piacere...
    In un commento agli scorsi post infatti ti dissi che non sono tipo da tatuaggio proprio perche' non mi va l'idea che tutti "vedano" i miei sentimenti. Ma evidentemente non e' il volere nemmeno di chi si tatua..
    Prossime volte che mi approccero' a qualcuno tatuato, evitero' di chiedere :s.
    Riguardo il primo punto invece concordo con quanto sia odioso. Sara' che a me piacciono molto, ma non vedo perche' inorridire. Purtroppo noto che ci sono ancora tanti pregiudizi, oppure semplicemente li si percepisce come qualcosa che sporca..

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    1. Ovviamente ho un po' generalizzato: se sei mia amica o ci conosciamo bene, non mi infastidisce tanto la domanda. Ma in quel caso è molto più che probabile che io te l'abbia già raccontato :D
      Pensa se ti chiedessero perchè hai scelto quel rossetto e/o quella maglia, perchè-faccio esempi eh- non indossi mai gonne o usi solo camicie. Non lo troveresti fastidioso? Certo un tattoo non è un vestito ma se diciamo sempre che truccarsi è anche un modo per esprimersi...

      Comunque tu a me puoi chiedere, ecco <3

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  4. Il 90% dei miei amici è tatuato. Io ormai non ci faccio neanche più caso se incontro qualcuno tatuato,fa proprio parte della mia quotidianità pur non avendone (ancora) nessuno.
    Però ammetto che mi è capitato di chiedere il significato di qualcuno, forse perché così belli ed interessanti da incuriosirmi a scoprire di più sul portatore:-)

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    1. Quell' ancora dice tutto!!

      Comunque la domanda da sola non è irritante, ma il contesto e i modi sì: io mi riferivo a un'invadenza quasi fisica che non so meglio spiegare ma che credo tu possa capire.

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  5. Ah! Ne hai dimenticata almeno una di categoria... "Ma sai che sono cancerogeni-fanno male-ti vengono le infezioni, l'AIDS - portano la fame nel mondo, pestilenza e carestia?"
    Tra questi, anche mia madre, che ha fumato fino a "ieri".
    E poi ci sono i "ma quanto hai pagato? Sono costosi... Sai quante cose ci potevi fare con quei soldi?
    E poi ci sono i tatuati competitivi, quelli del "il mio tatuaggio è più figo del tuo. Perché sei andata lì, era meglio se andavi là. Io conosco un tatuatore che me li fa gratis e tu sfigata hai pagato" e ancora ecc ecc ecc...

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    1. Ai tatuati competitivi sono morta dalle risate, giuro! :D

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