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Indovina il pennello

ottobre 29, 2013
Complice il mio bancosmetico, la mia ossessione per i pennelli ha subito una battuta d'arresto. Finchè non ho trovato su Romwe la perfetta (si spera) imitazione dei Real Technique.

Dovete sapere che il sito non è proprio perfettissimamente curato, sicchè quando ho ordinato il pennello 01 non sapevo bene cosa stessi prendendo. Quello che mi è arrivato a casa è questo.


Ora, mi rivolgo a voi: secondo me questa è l'imitazione del Setting brush . Siete d'accordo con me??

Comunque, fate attenzione: ho scoperto di aver pagato questo pennello imitazione tanto quanto l'originale: è vero che io non ho pagato spese di spedizione (a dirla tutta, nemmeno il pennello, grazie al banner Ocrun) però...ecco, se fossi in voi cercherei qualche bravo rivenditore su Ebay dove si  si trovano anche a prezzi molto più bassi (2€ spese di spedizione inclusa). 

Ne parlavo sabato con Spendina, Nuvole di Talco, Alessia Ci e una non beautyblogger malata di shopping. E' stata lei che, mentre ci scambiavamo indirizzi e link come pazze invasate, ha gentilmente fatto notare che un prodotto con un prezzo così basso comporta molto probabilmente una stortura nella produzione. 

Venendo dalla Cina, molto probabilmente una stortura che riguarda i diritti e le condizioni dei lavoratori. E io non ci avevo mai pensato. O forse sì, ci avevo pensato ma avevo anche rimosso la cosa, al punto che ne ho ordinati anche altri da Romwe, tutta felice dell'affarone che stavo facendo... 

Fatto sta che adesso non riesco più a rimuovere quest'informazione dalla mia testa, esattamente come non riesco a farlo con i prodotti Sleek.    

Voi come vi comportate in questi casi? Come scegliete? Perchè io ammetto di essere sempre fortemente divisa e in dubbio...ma più passa il tempo, più credo che comprare prodotti la cui filosofia non si condivide ci rende "complici". Anche se resistere al canto delle sirene di un prodotto economico è sempre più difficile. 

Come se fossero due i mercati destinati a prosperare: gli economici e "scorretti" contro i costosi e "corretti". Voi che dite?

36 commenti

  1. Ciao mi piace molto la nuova impostazione del blog :)...Sono combattuta io credo che comprerei l'originale ma se trovassi il dupe e avessi dei soldi extra e non costasse molto probabilmente lo comprerei per vederne le differenze e testarne la qualità!!

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    1. Ciao Anna, grazie mille:) In effetti hai ragione: a potere, la curiosità di un vero paragone me la toglierei pure io!

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  2. Vado per ordine.
    Dato che trovo i RT non costare eccessivamente per la qualità che hanno (che do per certa, visto le decine e centinaia di recensioni che ho letto), avrei preso gli originali :). Di solito io non sono per i dupes e similari, perchè trovo che i fattori siano troppi per rendere qualcosa uguale ad un'altra.
    Il dubbio può essere solo il fatto che spesso la stessa merce cambia solo firma, e quindi il pennello possa essere lo stesso. Non so nulla riguardo la produzione dei RT, quindi non vado oltre a speculare.
    Riguardo la questione Cina, sarò sincera: bhò. Da quello che so, anche i pennelli di Neve sono prodotti lì (per citarne di famosi). Io non so se c'è da fidarsi in base alla ditta; se quelle più oneste si accertino delle condizioni dei lavoratori. In tal caso sarei tranquilla; ma queste cose non le so riguardo nessuno, quindi rimango al 'buio'. E' vero, chi chiude gli occhi probabilmente partecipa alla cosa. Ma non voglio fare la grandona che dice "io non li compro! Sono brava e voi no!", non è così...Per ora chiudo gli occhi anch'io. Il fatto è: dove e cosa comprare? Dove ti giri, tutto o quasi è prodotto lì, dal low cost ai marchi importanti (anche per abiti ecc.). Al momento io se posso compro cose più sicure possibili, ma è difficile e non sempre si riesce a monitorare tutto. Come dici tu però, il tarlo dentro, in fondo in fondo resta...Per ora posso solo dire di stare ancora cercando una strada...

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    1. Io ho preso questo proprio per il tuo dubbio sugli originali: ossia, ho pensato che fosse lo stesso prodotto solo senz ail marchio. E l'ho pensato perchè da noi è una pratica più che comune: gli abiti Dolce & Gabbana che compri a prezzi stratosferici, sono prodotti anche nel laboratorio sartoriale del mio paesello: mandano loro stoffe e modelli ed etichette. Capisci bene che il come fare certe cose, in un modo o nell'altro, resta nelle mani delle sarte che poi fanno splendidi vestiti "marca bianca".
      In generale, ci sono delle linee guida che si possono seguire ma è sempre molto complicato quando si tratta di abbigliamento e cosmesi. Molto più di quanto lo sia per l'alimentazione. Anche per questo, mi oriento sempre più verso prodotti bio e /o con certificati. Ma poi davanti a uno Chanel....
      E insomma, la strada la stiamo cercando assieme^_^

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  3. Beh...io cerco di fare la scelta più giusta...ovvero cerco di acquistare prodotti che costano poco ma italiani o europei...quasi mai dalla cina :(

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  4. Secondo me è un quesito impossibile. Ormai tutto (o quasi) è prodotto in Cina e anche il "made in Italy" è prodotto il più delle volte nei capannoni vicino casa mia (fra Firenze e Prato)... Grandi marche di abbigliamento insospettabili subappaltano le commesse alle aziendine cinesi che lavorano completamente al nero senza la minima tutela per i dipendenti. Alla fine è difficile stabilire da un "made in ..." l'etica dell'azienda produttrice, per cui il mio consiglio è cercare i prodotti con il miglior rapporto qualità/prezzo.

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    1. Concordo, è uno di quei dilemmi da "uovo e gallina". E se nell'alimentazione inzia ad essere un po' più semplice trovare aziende che meritano e di cui è facile seguire tutta la filiera produttiva, nella cosmesi e nell'abbigliamento molto meno. Però siamo in tante ad interrogarci su questi aspetti. Se non smettiamo, prima o poi qualcosa cambierà (sì, sono ottimista)

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  5. la filosofia di per se non è sbagliata... ma credi che i grandi marchi non si fanno costruire makeup e pennelli a basso costo dalla cina? Tempo fa era uscito che versace (se non sbagli... ma potrebbe essere un altro grande stilista)mandava i capi da assemblare in cina e nei paesi poveri... perchè minore manodopera :( é la tristezza del commercio....
    Però se penso che devo dare 20 euro alla RT per lo stesso identico pennello, magari costruito dalle stesse mani... bhe mi fa rabbia

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    1. Fa molta rabbia anche a me. Se i ricarichi non fossero così alti, magari potremmo comprare l'originale...

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    2. verissimo... ma loro si fan pagare il marchio

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  6. Io ho il RT setting e mi pare che l'originale sia meno largo e meno "peloso", più "a lingua di gatto" per intenderci.
    Però la funzione potrebbe svolgerla comunque bene,chi lo sa? :3
    Quanto all'etica: io ho dovuto iniziare a prendere vestiti "cinesi" (questo commento è il regno delle virgolette u_ù) perchè di made in italy ad un prezzo umano non ne trovo più, per tutto il resto cerco il made in italy (o in EU se proprio...). Purtroppo credo che arriverà il giorno in cui dovrò piegarmi al lato "sfruttatore" della forza perchè non avrò abbastanza soldi :(

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    1. Il punto che tocchi tu è uno dei più spinosi: ovviamente tute tendiamo a voler risparmiare e quindi "cediamo" ai prodotti economici. E più ne compriamo più si diffondono e più diventa complicato spezzare il circolo. E te lo dice una che sta tifando fortissimamente perchè il cinese enorme vicino casa apra al più presto....
      (sul RT: farotti sapere)

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  7. anch'io spesso mi pongo il problema etico ma il punto sul quale mi inceppo puntualmente è: se abbiamo una quasi certezza della "non eticità" delle condizioni di lavoro in paesi come la cina, abbiamo la certezza che i lavoratori di altri paesi lavorino a condizioni di non sfruttamento? Sulla carta, per legge diciamo, in Italia non è attuabile uno sfruttamento dei lavoratori come quello che sappiamo avviene in cina ma molte aziende pur rispettando le leggi, ufficialmente, poi intessono una rete di piccoli ricatti e taciti accordi con i dipendenti che non sono comparabili di certo allo sfruttamento dei lavoratori, ma etico etico non è. Un esempio: sono stata anni a non comprare da golden lady (e tutt'ora non compro) perchè l'azienda, la Omsa, ha licenziato un buon numero di operaie solo per trasferire la produzione all'estero...se si deve tenere in conto l'eticità di un prodotto si deve tenere in conto tutto...purtroppo il consumo critico è un campo quasi del tutto sconosciuto, io me ne interesso ma sono ancora assolutamente ignorante in materia anche perchè se davvero decidessi di iniziare a "consumare criticamente" probabilmente dovrei andare vestita di stracci :/

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    1. La questione OMSA apre un aspetto ancora diverso: lì l'ingiustizia è evidente, ma se tu fossi "il padrone" e ti offrissero legalmente di avere lo stesso risultato a un costo minore, non ci faresti un pensiero? E se fossi un operaio del paese x, non staresti sperando l'arrivo di una nuova fabbrica per avere lavoro? Bisognerebbe ch ele condizioni di lavoro fossero uguali per tutti, almeno in teoria. A lungo, siamo stati il traino verso condizioni migliori. Oggi invece la bilancia si è spostata e il gioco è diventato al ribasso....

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  8. Il dilemma non è di poco conto,riguardasse solo i cosmetci..
    solo che mi chiedo:davvero il costoso è corretto? non che questo ci assolva (ammesso ci sia una colpa),ma il 1o passo sarebbe che le info relative ai prodotti fossero veritiere..

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    1. No, infatti. Costoso non è sempre sinonimo di corretto. Ma io spero ch ealmeno il certificato lo sia. Chè poi, producano vestiti tristissimi...:(

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  9. com'è la storia della sleek?? io sto usando tantissimo le sleek ora >.<

    comunque... io sono tendenzialmente favorevole al comprare questi pennelli imitazione se sono come gli originali... e non sempre il basso prezzo va a discapito di qualcosa...
    vedi la apple che fa telefoni che costano un intero stipendio, e poi sfrutta comunque i lavoratori e qualcuno mi ha detto che pure gli fa firmare di promettere di non suicidarsi.... a sto punto mi compro il sony che costa cinque volte meno ed è pure fatto in cina (magari con lo stesso maltrattamento dei dipendenti, ma almeno la ditta ci prende meno...credo)....
    parlo da ignorante è per sentito dire, lo ammetto...
    ma allo stesso modo comprarsi le nike da 100 euro che sfruttano lavoro minorile pensando di comprare cose di qualità solo perché costose, non regge, si paga solo la marca...e credo sia così anche per i prodotti beauty in moltissimi casi... (creme da 40 euro con tutti petrolati e creme da 10 euro bio fatte bene...)

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    1. Eh, la Sleek. Se guardi bene troverai scritto che sono "progettate in UK ma prodotte in Cina". Per come è la legislazione attualmente, non sono nemmeno sicura che non sia testata sugli animali...

      In realtà, quando poi parli di prezzi, ci sono molte componenti che vanno ad influire. Prendi le creme viso: a un certo punto viene fuori un rivoluzionario ingrediente e all'inizio ce l'ha solo la casa X e la crema costa un rene. Nel giro di pochi mesi lo troverai, più o meno simile, nella crema da bancone a 15€. Nel prezzo esorbitante della prima crema c'è la ricerca e i 20 ingredienti che non hanno funzionato e sono stati scartati. Vale la pena pagarli?

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  10. Bisognerebbe vedere dove son prodotti i Real Techniques. Onestamente, visto che la loro sede legale si trova negli USA, penso proprio che i pennelli se li facciano fare in Cina (come peraltro la cara Sigma, che non mi vedrà più). A quel punto non pago la marca e mi prendo lo stesso pennello a un costo minore.
    Sperando che quelli non siano gli scarti di produzione, mal incollati ecc (ma a me è successo anche con il kabuki RT, che mi si scollò al primo lavaggio). Insomma, bisogna solo provare. Tanto ormai il Made in... fatto per bene è molto difficile da trovare.

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    1. Ma sai che avevo dato per scontato che fossero prodotti in USA? argh...

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  11. scusami, faccio una domanda di getto, istintiva, senza ancora aver letto il post: perché comprare imitazioni di RT quando costano già poco questi pennelli e sono di OTTIMA qualità?

    ok, vado a leggere il post (magari c'è la risposta)

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  12. la questione è un po' difficile e spinosa.. certo è che se fossimo tutti pieni di soldi penso non ci faremmo troppi problemi a comprare cose costose che rispettano tanti aspetti (ma poi appunto, li rispetteranno davvero? bah.) ma siccome non è così penso sia umano cedere agli acquisti più economici.. ovvio poi che fa tristezza pensare che c'è chi viene sfruttato, ma tu credi davvero che siano i nostri soldi a determinare lo sfruttamento dei lavoratori cinesi? Io non credo personalmente, credo che le case produttrici siano talmente avide che ricorrerebbero ugualmente a questi mezzi pur di avere un maggiore ricavo, e parlo anche di aziende importanti. È questo aspetto marcio che va sanato, non tanto il nostro "comportamento"..

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    1. Io credo che più delle campagne virali su Facebook e gli status indignati, siano i miei soldi a fare la differenza. Anche i miei pochi soldi. Se i prodotti rimanessero sul bancone, quanto tempo credi ci metterebbero a trovare un modo per ricominciare a vendere? Poi però i vestiti equo-solidali sono quasi sempre tristi e brutti (e anche questo, vorrei che qualcuno mi spiegasse il perchè!), le scarpe fair trade difficili da trovare etc etc. La cosa bellissima però è tutta questa attenzione che abbiamo. Sono segnali e io resto (lo so, sono un caso senza cura) fiduciosa.

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  13. lo sai, vero, che la maggior parte dei prodotti che si producono in Cina, vengono importati negli stati del marchio, vengono inscatolate e vendute al prezzo raddoppiato se non triplicato?
    Vuoi un esempio?
    Ho comprato il Clarisonic originale (sottolineo originale perché ha il marchio ovunque, anche sul caricabatterie ed è identico in tutto e per tutto al Clarisonic che vende Clarisonic, per farti capire) alla bellezza di 40 dollari da un sito cinese che produce appunto, per la Clarisonic. 40 dollari e l'unica differenza è la confezione: mi è arrivato in una scatola bianca non marchiata e senza istruzioni (con tutti quei tutorial che ci sono in giro, a cosa mi servono le istruzioni?) e ha pure 1 anno di garanzia.
    In base alla domanda che poni tu, te ne pongo io un'altra (anche se la mamma mi ha sempre insegnato che non si risponde mai ad una domanda con un'altra domanda): quanto corretti sono quei mercati che sfruttano la mano d'opera a basso costo per poi rivendere i prodotti col prezzo triplicato, facendosi beffa dei clienti inconsapevoli che CREDONO che il loro mercato sia eticamente corretto?

    Io credo che tutti dovrebbero cominciare a leggere le etichette dei prodotti per capire dove effettivamente i prodotti sono stati fatti: tutte le aziende che producono in Cina, anche le più rinomate, sfruttano incondizionatamente la mano d'opera. Tutte, senza la minima eccezione, ma la differenza tra comprare dai cinesi direttamente e comprare dalle aziende "rinomate" è che se compri dai cinesi non ti fai pigliare per il naso dalle aziende rinomate.

    I tuoi post mi stimolano sempre moltissimo :-)

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    1. Lo so, lo so. E ha assolutamente ragione. Ho posto la domanda senza avere davvero la risposta e la tua aggiunge incertezza al tutto perchè ovviamente non è corretto nemmeno un poco.
      E concordo sulla lettura dell'etichetta: io ho iniziato con il mio avvicinarmi al mondo bio e non ho smesso più. C'è un mondo di informazioni alla nostra portata, basta fare lo sforzo di imparare il loro "codice": così scopri che il pesce surgelato che stai prendendo viene dal Giappone (e dalle zone di Fukushima), che nelle tue merendine c'è più mais che cioccolato e che il tuo vestito è prodotto con cotone raccolto con lavoro forzato. E' faticossimo, ma per me ne vale sempre la pena.

      (lo stesso dicasi per te. E se mi passi il link del sito pseudo-Clarisonic forse cedo pure io..)

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  14. Hermy, ciao <3
    Come dicevo sabato io, egoisticamente, ci passo sopra.
    Però a rifletterci seriamente la questione è spinosa perchè se si applica ai pennelli è applicabile a tutto, praticamente. E temo non basti orientarsi su un prodotto costoso per risolvere il problema: spesso anche molti brand costosi producono all'estero e limitano alla propria nazione solo le ultime fasi di produzione (potendo così apporre l'etichetta Made in Italy. O almeno questo so che è quello che succede per tanti nomi famosi della moda).
    L'unica cosa da fare è leggere bene le etichette e imparare a leggere anche quello che non c'è scritto, informarsi sempre e comunque.

    Un bacione grande!
    E grazie per sabato, avevo davvero bisogno di una giornata così! <3

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    1. Io pure lo facevo, ma la tua amica mi ha aperto un mondo!!

      (grazie a te. Non vedo l'ora arrivi Aprile. Sai cosa diceva mia cugina? Che avremmo potuto ciarlare ancora per ore di smalti. Ed è vero!!! <3 <3 <3)

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  15. Io ho il Setting e mi pare sia più allungato e piatto, come si dice in qualche altro commento. Mia sorella ha acquistato alcuni pennelli simili su ebay e devo dire che non mi sembrano male anche se io preferisco gli originali.
    Personalmente non compro praticamente mai da siti made in China o nei negozi cinesi, ma non per etica, ad essere sincera, più che altro perché la qualità non mi soddisfa.
    Certo quello che dici fa riflettere, ma al contempo la maggior parte delle grandi e medie aziende ora producono gran parte dei loro prodotti in Paesi come Cina, Bangladesh, India o Polonia, Ungheria, ecc., dove manodopera e materiali costano meno con le ovvie implicazioni. Ma del resto se decidessimo di non comprare più da nessuno di questi marchi resterebbe ben poco da compare e dovremmo iniziare a fabbricare ogni cosa da noi stessi come in passato.

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    1. Esatto. E' un po' come il dilemma dell'uovo e la gallina, vero? Quando posso compro certificato etc etc. Ma alla fine sono perfettamente consapevole che molti dei miei acquisti, nonostante tutta la buona volontà, non sono nè corretti nè equi.

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  16. il punto di vista e la filosofia sono giustissimi,ma effettivamente trovare roba made in italy senza svenarsi è dura...credo che sarei caduta anche io in tentazione!

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